«Cari amici di Cuore Amico,
vi scriviamo per portare nelle vostre case un po' di Ecuador. È un'impresa che risulterà forse incompleta, ma ci proviamo. Camminando sulle montagne, più in alto della nostra missione a San Nicolas, incontriamo molte situazioni incredibili che ci commuovono e ci spingono a fare qualcosa.
A 3.600 metri di altezza, dove si fa fatica a respirare, la strada finisce e acqua ed elettricità non arrivano, abbiamo trovato una casupola di fango, puntellata su un fianco, aperta al freddo e alla pioggia.
Dentro ci vive una mamma di circa 65 anni con due figli muditos (invalidi) incapaci di parlare.
Dormono in tre su un giaciglio, sono isolati dal resto del mondo, hanno un po’ di terra da zappare e qualche animale da custodire nel silenzio della brughiera.
Anche Juana e Luis, insieme a dodici figli, vivono a 3 mila metri di altezza in una baracca con due stanze e due letti. Sul fuoco c'è un piccolo pentolino dove cuociono poche patate.
Pensiamo alle difficoltà di queste persone, ai poveri che, pur chiamati “Beati” dal Signore [Link], portano sulle spalle il non diritto a una vita migliore. Servono gesti di giustizia, di bene e regalare un po' di tempo, di aiuto, di vita. Queste persone meritano una casetta dignitosa!
Ci siamo messi all'opera e, con l'aiuto di alcuni volontari che verranno dall'Italia, vorremmo costruirle, ma facciamo fatica ad acquistare il materiale, perché è costoso.
Dios les pague (Dio vi ricompensi)».
Adriana e Peppo
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