Molta gente vive e dorme sui marciapiedi, sotto teli di plastica e cartoni. Anche vivere negli slum, agglomerati di baracche fatte di legna, teli e lamiere, è una realtà difficile da immaginare.
La vita è una lotta per avere di che mangiare a pranzo e, forse, a cena. E il giorno dopo lo stesso. Non si dà importanza ad altro, neanche al futuro dei più piccoli che non vanno a scuola.
Tutti cercano di portare in casa un piccolo guadagno e molti, anche bambini, sono impegnati come raccoglitori di materiali riciclabili dai rifiuti scaricati in varie parti della città. I più piccoli trovano di che giocare anche in questi luoghi, mentre le donne lavano i panni al fiume o le stoviglie al pozzo e gli anziani attendono il prossimo giorno nella baraccopoli.
Don Matthew George, 6 novembre 2024
A Calcutta lo slum di Kapali Bagan è costruito presso un canale di drenaggio della città. Un luogo che mi ha accolto con un misto di odori intensi e colori vivaci e dove ogni gesto e ogni sguardo raccontano una storia di resilienza e dignità, nonostante la povertà estrema.
A queste persone vorrebbero dare un futuro diverso i padri salesiani come don Matthew George che, dopo aver costruito il primo lavatoio e alcune toilette all'ingresso dello slum, è riuscito a far costruire casette a basso costo, fatte di pali di bambù e lamiera, per oltre 400 famiglie che vivevano per strada.
Ci sono però ancora diverse centinaia di famiglie che hanno bisogno di un alloggio dignitoso.
Ogni casetta costa 500 euro. Quante ne riusciremo a donare?
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