«Il Brasile non fa più notizia. La pandemia continua a mietere vittime, la stampa tace, il presidente Bolsonaro nega l'esistenza del Covid-19.
Vivo da 10 anni a Viseu, una cittadina del nord est del Parà, situata quasi in mezzo alla foresta. La prima ondata del virus ha causato molti malati, morti e molta, molta povertà. Le persone che potevano “sbarcare il lunario” attraverso lavori saltuari ora non lo possono più fare; le scuole sono ferme da un anno. Il Covid esige il distanziamento sociale, improponibile in famiglie numerose che vivono in pochi metri quadri. Così l'infezione dilaga soprattutto nelle zone più povere».
«Medici e infermieri stanno facendo con fatica tutto il possibile per assistere i malati e far fronte alla pandemia.
Ma la cosa che salta più all’occhio è che le famiglie fanno la fame. I prezzi degli alimenti sono andati alle stelle e anche chi ha un salario non riesce a mantenersi.
Insieme a volontari del posto stiamo aiutando le persone nelle loro esigenze più strette (alimenti e farmaci).
Con le poche risorse facciamo quel che possiamo perché le necessità sono tante e gli stessi volontari rimangono sconvolti dalla povertà e dal degrado che incontriamo nelle periferie. Quando si potrà, vorremmo incrementare il dopo-scuola per rimediare al grande vuoto di apprendimento che la pandemia ha generato».
Gabriella Romano
Gabriella Romano è una missionaria laica che lavora a Viseu, nello stato del Pará in Brasile. Qui si occupa di animazione pastorale e impegno sociale. Lo scorso anno, durante un periodo di riposo in Italia, è venuta a raccontarci di alcune sue preoccupazioni che riguardano in particolare l'ospedale locale.
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