«Una casa accogliente per accompagnare ogni fratello e ogni sorella all'incontro col Padre». Monsignor Carlo Verzeletti, vescovo bresciano di Castanhal, nello stato del Pará (nord-est del Brasile), si affida alla Provvidenza per dare seguito al sogno da tempo coltivato con don Pierino Bodei, un sacerdote Fidei donum bresciano come lui, morto il 27 maggio 2020 nel pieno dell'epidemia di Covid.
Proprio a dom Pedro sarà dedicata Casa Abbà (Assosiação beneficente bem acompanhar), l'hospice che sta sorgendo su un terreno messo a disposizione dalla diocesi e potrà accogliere 50 malati. Alla fine dei lavori, la struttura di 2.600 mq disporrà di quaranta stanze in tutto.
«Un servizio molto grande per il Brasile e soprattutto per la gente povera, perché chi non ha i soldi per pagarsi l'ospedale è costretto a tornare a casa, dove le famiglie non sanno come comportarsi di fronte a queste malattie terminali» spiega don Marco Marelli, missionario fidei donum nella stessa diocesi. Anche il ministero della Salute ha riconosciuto il grande valore del progetto e ha assicurato il suo sostegno per garantire il funzionamento della struttura. Don Marco, di passaggio a Brescia, ci aggiorna sullo stato dell’arte dei lavori. «Abbiamo completato il primo blocco in cui ci saranno le stanze dei pazienti e siamo arrivati al tetto».
«Quante volte ritornando dalla visita ai malati e alle loro famiglie, nella grande maggioranza povere, notando l’aumento spaventoso di malati di tumore in fase terminale dimessi dall’ospedale senza speranza di vita e toccando con mano che non ricevevano nessuna cura palliativa e mancavano di persone competenti, mezzi e medicine necessari per aiutarle a morire in pace, don Pierino e io abbiamo pensato alla "Domus salutis" di Brescia e abbiamo espresso il sogno di costruire a Castanhal una casa che potesse accompagnare con amore questi malati» racconta il vescovo Verzeletti.
La sorpresa è stata trovare l'abbrivio per realizzare questo sogno nel testamento di dom Pedro, un prete amato dalla gente che ha dedicato la sua vita in Brasile alla direzione spirituale di sacerdoti, seminaristi, religiosi e coppie di sposi e ha speso tanto tempo nelle confessioni in Cattedrale.
L'eredità di don Pierino è il punto di partenza per dare ai malati un hospice in cui opereranno, accanto a medici e professionisti, anche alcune suore. Il resto è affidato alla generosità di tante persone sparse per il mondo. A partire dai sostenitori di Cuore Amico.
I malati terminali saranno così accompagnati con un qualificato sostegno medico, psicologico e spirituale per poter vivere con dignità, confortati dalla vicinanza delle persone care, la fase finale della loro vita terrena.
Spiega il vescovo di Castanhal, «le cure palliative sono l'espressione più autentica dell'azione umana e cristiana del prendersi cura, il simbolo tangibile del compassionevole “stare” accanto a chi soffre. Hanno come obiettivo alleviare le sofferenze nella fase finale della malattia e assicurare, al tempo stesso, al paziente un adeguato accompagnamento migliorandone, per quanto possibile, il benessere complessivo».
Casa Abbà si candida a essere «esempio di umanità, santuario di un dolore vissuto con pienezza di senso e luogo nel quale si pratichi con impegno la “terapia della dignità”, come l'ha chiamata papa Francesco, alimentando così l’amore e il rispetto per la vita».
Siamo certi che non ci lascerete soli a sostenere questo importante progetto della Diocesi di Castanhal
Continuiamo a sostenere la costruzione di Casa Abbà anche con un simbolico mattone di 20 euro. Per allestire una postazione di degenza servono 1.000 euro.
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