Buyengero, nel sud-ovest del Burundi, è un comune fra i più poveri del Paese e si estende su un territorio collinare, impervio e isolato. Gli abitanti sono sparsi in piccoli villaggi isolati su 16 colline in una vasta area rurale e forestale. Le strade sono dissestate, impossibili da percorrere con un mezzo normale durante la stagione delle piogge. L’ospedale più vicino si trova a oltre 30 chilometri, 8 ore di cammino.
Un comune povero in un Paese povero. Il Burundi è al quart’ultimo posto nel mondo per Indice di Sviluppo Umano, con il 70% della popolazione che vive con meno di 0,70 euro al giorno.
L'estrema povertà, che causa la malnutrizione, le malattie (soprattutto malaria e Aids) e la mancata assistenza a gravidanza e parto, è tra le principali cause di un'altissima mortalità.
Per fortuna qualche buona notizia non manca, perché grazie all’ospedale della diocesi di Bururi “Ottorino Aldo Katina”, l'assistenza sanitaria, in quella zona, è molto migliorata.
La popolazione sa di poter avere finalmente una risposta adeguata ai propri problemi di salute e si rivolge sempre più frequentemente all’ospedale.
L'impegno della diocesi non si ferma a dare cure di buon livello, ma vuole renderle accessibili anche a chi non ha mezzi per curarsi.
In Burundi l'assistenza sanitaria è essenzialmente a carico del cittadino; poche prestazioni possono essere coperte da una carta d’assistenza medica che, pur avendo un importo molto limitato, di un euro appena, resta inaccessibile a causa delle gravi condizioni di miseria in cui si vive.
Pertanto sono tantissime le situazioni in cui una famiglia non può pagare gli esami medici necessari, né i farmaci prescritti.
«È eticamente inaccettabile che quando una persona si presenta con un problema medico non si possa intervenire perché non si possono pagare le cure» afferma il dott. Fortunato Tommasi, medico volontario italiano che si adopera per l'ospedale.
Ecco che allora, per venire incontro alle persone più deboli, più povere, che sono anche quelle che hanno i maggiori bisogni sanitari, l’ospedale si fa carico di tutte le spese relative a prestazioni e farmaci. In aggiunta, per dare a chi non ha niente maggiore dignità nella malattia, offre la carta di assistenza medica.
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