Nel quartiere Mushasha di Gitega, grande città al centro del Burundi, funziona un orfanotrofio creato dalle suore Bene-Faustina nel 1994, quando il Paese era in pieno conflitto interetnico e gli orfani di guerra erano numerosi.
Anche oggi i bambini soli restano molti nel contesto cittadino, e l’orfanotrofio Agahoza ha spesso problemi nel reperire il cibo da dare ai suoi ospiti, in tutto 70.
Altrettanti sono poi i bambini soli che vengono ospitati da parenti o da famiglie caritatevoli, ma che hanno ugualmente bisogno di assistenza.
«Ci troviamo in locali molto piccoli e abbiamo necessità di ingrandire questa casa», ci scrive suor Rosette Hakizimana, responsabile di Agahoza. «Ma ci stringiamo e restiamo qui, perché abbiamo ben altri bisogni di soddisfare: l’alimentazione dei bambini, in primis, poi la necessità di curarli, vestirli e mandarli a scuola, con tutto ciò che ne deriva (materiale scolastico, uniformi e libri da acquistare). Per provvedere a tutto abbiamo deciso di avviare una sartoria e un negozio di generi alimentari, ma nell’immediato siamo a corto di tante cose: fagioli, riso, olio di palma, zucchero, latte, saponi per l’igiene, medicine e inoltre materassi e lenzuola per sostituire ciò che ormai è usurato».
Continuiamo a dare una mano alle suore per questi bambini che rappresentano, come ricorda suor Rosette, «il futuro del Paese che va fortificato nella convivenza pacifica tra diverse etnie, per non ricadere nei gravi errori (e orrori) del passato».
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Da Gitega suor Godeberthe Nkurunziza, delle Dorotee da Cemmo, e le donne rimaste vedove con figli piccoli ringraziano per la nuova possibilità di coltivare la terra e allevare piccoli animali. Speranza per un futuro migliore.
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