Padre Egidio Capitanio è un missionario comboniano che opera in Repubblica Democratica del Congo da 51 anni [Link]. Da qualche anno si è trasferito nella missione di Dondi, villaggio di circa 4mila anime posto nel nord est del Paese. È una zona isolata, in piena foresta equatoriale, vicina al confine con l'Uganda, senza elettricità e linee telefoniche. Vi è una strada in terra battuta, aperta solo di recente per consentire il trasporto dell’oro che si estrae dalle vicine miniere di Durba.
Il contesto
In tanti anni di missione ed aiuti umanitari padre Egidio ha imparato a lasciare da parte la mentalità europea per vivere insieme alla gente del posto, nel loro stile di vita, scoprendo per loro e con loro il significato del Vangelo calato in quella realtà. Così facendo ci si apre alla conoscenza di un nuovo mondo, bellissimo e affascinante, tanto che quando si torna, anche per brevi periodi, in Italia, si è presi dal famoso “mal d'Africa”.
In un Paese ricchissimo di risorse naturali che vengono continuamente defraudate da multinazionali estere, (pochissime sono infatti le ricadute sulla popolazione residente), la convinzione di questo tenace missionario è voler accompagnare le persone con cui è a contatto verso la presa in carico del proprio futuro. Per questo tutti i progetti di sviluppo devono partire dalla gente, perché li sentano propri e non pensino che è l’uomo bianco che provvede a loro. Devono perciò collaborare, come possono, per aiutare nella loro realizzazione.
Padre Egidio Capitanio è venuto a Cuore Amico per spiegarci perché, in un Paese ricco di risorse naturali come la Repubblica Democratica del Congo, ci siano ancora persone che vivono in miseria e che si ammalano non avendo accesso all'acqua pulita.
Le iniziative di sviluppo
Anzitutto occorre costruire nuove scuole per rispondere ai bisogni di scolarizzazione della zona. «Se non si portano avanti le scuole la mentalità non può cambiare, e non si vedono all'orizzonte prospettive di sviluppo». Partendo da questo assunto padre Egidio, insieme a un sacerdote congolese, vuole aiutare gli abitanti del villaggio di Tomati a costruire un istituto superiore dotato di sei classi. Gli abitanti si stanno dando da fare facendo i mattoni, ma la spesa più alta è quella per il cemento: occorre acquistarne 360 sacchi. Ogni sacco costa 20 euro.
Le sorgenti
Parimenti è importante purificare le numerose sorgenti d'acqua esistenti nel folto della foresta equatoriale della Repubblica Democratica del Congo, per renderle potabili. Nei villaggi l’acqua non manca, ma è contaminata da batteri che causano numerose infezioni, rendono le pance dei bambini gonfie e tonde, e possono indebolire l'organismo fino a causarne la morte. Il missionario propone a Cuore Amico di “adottare” le sorgenti acquistando per ognuna il cemento necessario; ogni villaggio si impegna a pulire la zona della sorgente portando sassi e sabbia e occupandosi della manodopera. Nei villaggi in cui sono state realizzate le infezioni sono drasticamente diminuite, segno della bontà dell'iniziativa.
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[Idp 106056 del 1 luglio 2024]
Impianto idrico per il dispensario
Il dispensario rurale di Kilemba è l'unico a fornire assistenza in una vasta zona, ma non dispone di acqua potabile. È necessario un impianto idrico filtrante.
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