«Non è divertente andare in miniera. Ma adesso per me quel lavoro è finito. Ora studio e sto bene. A scuola ho imparato che anche i bambini come me hanno dei diritti e che tutti i bambini nascono uguali». Morgan ha otto anni ed è uno delle migliaia di bambini che con il loro lavoro, da anni, forniscono le materie prime rare che alimentano l'era digitale: cobalto, rame, tantalio per i nostri cellulari. Mentre viaggiamo comodi sulla nostra auto elettrica, certi di fare bene al pianeta, non sappiamo che dall’altra parte del mondo c'è un'economia che uccide.
Le batterie per auto ibride o elettriche (che necessitano tra gli 8 e i 9 kg di cobalto) hanno fatto impazzire il mercato e la Repubblica Democratica del Congo - che garantisce da sola il 60% del fabbisogno mondiale – ha richiamato sul proprio territorio tantissime multinazionali.
Il risultato è che oltre la metà dei bambini della zona di Kolwezi (ex Katanga), da cui si estrae molta parte del cobalto, è impiegato in miniera, con un abbandono pressoché totale della scuola fin dalle elementari.
Questo perché il 90% della popolazione locale è costretta a vivere con meno di un dollaro al giorno.
Quando le Suore del Buon Pastore sono arrivate nel 2012, su invito del vescovo di Kolwezi, non c’era nessuno per le strade, nemmeno i bambini. Tutti costretti a lavorare in miniera.
Da allora le missionarie si sono prodigate per queste piccole comunità di minatori artigianali, aiutando in particolare donne e bambini a sfuggire alla dura vita nelle miniere per andare a scuola, avere delle alternative di sostentamento e costruire comunità più sicure.
Ma le attività minerarie restano e coinvolgono ancora minori e donne. Se il problema dell’istruzione è in parte risolto grazie a una scuola per i bambini e a corsi di formazione per le donne, occorre venire incontro alle esigenze sanitarie.
L'isolamento di queste comunità, infatti, non permette loro di accedere ai servizi sanitari di base che sono pochi e molto distanti, oltre agli alti costi che li rendono inaccessibili alla maggior parte degli abitanti. Inoltre il lavoro in miniera, con le attività di scavo, trasporto, estrazione, frantumazione e lavaggio del minerale, causano traumi e rischi gravi per la salute. I bambini specialmente andrebbero assistiti con maggiore frequenza.
Ecco perché le suore intendono acquistare una clinica mobile per fornire gratuitamente servizi sanitari di pediatria, ostetricia e ginecologia nei villaggi di Kanina, Kisote, Mukoma e Tshala.
Su un furgone 4x4 si potrebbero raggiungere queste comunità anche durante la stagione delle piogge, quando le strade sono meno praticabili, visitandone una ogni due settimane.
Solo monitorando periodicamente lo stato di salute di donne, bambini, neonati e madri si potrà porre rimedio alla grave carenza sanitaria, contribuendo anche a diffondere buone pratiche relative alla salute, all’igiene e alla prevenzione, cominciando dalle campagne di vaccinazione in età infantile.
Sapendo tutto questo possiamo restare sordi e guidare senza pensieri la nostra auto elettrica, magari mentre distrattamente telefoniamo con il nostro cellulare?
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[Idp 106056 del 1 luglio 2024]
Impianto idrico per il dispensario
Il dispensario rurale di Kilemba è l'unico a fornire assistenza in una vasta zona, ma non dispone di acqua potabile. È necessario un impianto idrico filtrante.
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