"Mio papà diceva: sì tu vuoi essere missionario per l'avventura! E mia mamma diceva: No è per Fede!
E avevano ragione tutti e due. Era un po' difficile all'inizio perché davvero non si sapeva da dove cominciare perché non è venuto uno con un piano di lavoro. Ed è stato meglio così perché il piano di lavoro è stato costruito poco a poco, con loro.
Questo ti dà un senso di dire: dove andiamo?
Il primo inverno non c'era la strada e non c'era niente da fare io avevo un po' di forza, come ancora adesso mi è rimasta nonostante tutto, e a quell'epoca ne avevo in avanzo, mi veniva da piangere! Cosa faccio qui?
Però era chiaro che bisognava restare.
Don Antonio Polo, 28 settembre 2023
Non si poteva dire: Avete qui la vostra casetta e adesso arrangiatevi!
Anche perché la gente che inizia la casetta, poi la prendono i padroni. Erano i padroni a prendersi tutto, anche di quello che arrivava.
E quindi, se ce ne andiamo via, anche la casa se la riprendono i padroni. Quindi che bisognava restare è stata una conseguenza logica e il sapere cosa fare è venuto pian piano. Ma credo di sì, abbiamo evitato gli scontri perché normalmente lo scontro lascia cocci da una parte e corsi dall'altra. Anche se sembra più eticamente brillante, il solo fatto di aver scelto la cooperativa di risparmio già era una nota in meno senza capitalisti. Ai campesinos occorre insegnare a maneggiare i soldi. Possono protestare e rompere tutte le strade dell'Ecuador ma non fanno un passo avanti se non imparano a mangiare i soldi, senza farsi schiacciare O condizionare, cioè mettendoli al loro posto come strumento.
Mons. Raiola diceva: tutto quello che fate che non sia della chiesa.
Avete la tentazione di esserne padroni per farlo meglio, perché così nessuno lo ruba ma la controparte del padrone è il serbo, non è l'amico! se la chiesa è padrona aveva solo servi e non amici!"
Don Antonio Polo
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