Lungo il ciglio fangoso di una strada del villaggio di Mandurah, regione di Beneshangul, si scorgono baracche di lamiera e taniche di plastica riciclate. In questa periferia, fatta di immondizie ed emarginazione, operano le Pie Madri della Nigrizia, presenti in Etiopia fin dal 1965. Con generosità e dedizione, le religiose si occupano dell’evangelizzazione e della promozione umana della comunità attraverso alcune opere sociali come una scuola, un asilo, un dispensario. Le suore chiedono un contributo per aiutare due ragazze madri che vivono nei dintorni e che sono affette da poliomielite.
Così racconta suor Vicenta Llorca: «Queste giovani mamme giacevano a terra senza poter camminare. Dopo aver prestato loro le prime cure le abbiamo portate nel più vicino ospedale dove, dato lo stato di malattia ormai avanzato che impediva il ripristino della mobilità, hanno ricevuto le stampelle per potersi almeno alzare e muovere alcuni passi.
Da allora non abbiamo mai fatto mancare la nostra presenza fornendo loro cibo, acqua potabile, vestiti. Di recente la pioggia torrenziale, tipica della zona, ha purtroppo raso al suolo le misere capanne di legno e fango in cui le donne vivevano con i loro piccoli. Ora queste mamme non hanno un tetto sopra la testa, un posto in cui vivere. Il nostro e il loro sogno è quello di realizzare due piccole casette secondo lo stile locale, affinché abbiano un luogo sicuro e accogliente che possa offrire riparo e protezione».
Riusciamo a fare in modo che questo bel sogno possa diventare realtà?
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