Qualcuno la definisce l’isola più bella del mondo. Palawan è una delle oltre settemila isole delle Filippine. Una perla turistica. Ma per tre quarti è abitata da povera gente e da gruppi indigeni, come testimonia il diacono della diocesi di San Benedetto Del Tronto-Ripatransone–Montalto Umberto Silenzi, da circa due anni "Fidei donum" nel Vicariato di Porto Princesa.
Sull'isola ci sono circa 87 gruppi culturali ed etnici e parlano tutti lingue diverse.
«Il problema più grande riguarda i giovani e la scuola» spiega il diacono. «I primi quattro anni studiano solo nella lingua nazionale e non imparano l'inglese. Quando passano alle medie trovano difficoltà insormontabili e spesso abbandonano, rischiando di cadere vittime dei vizi e del vagabondaggio».
Il diacono Umberto Silenzi è da circa 14 anni impegnato nelle Filippine, nel Vicariato di Porto Princesa sull'isola di Palawan. Qui i tifoni portano distruzione principalmente nei villaggi di pescatori della costa e serve un aiuto per ridare speranza a tante famiglie.
Ma Palawan è anche un'isola battuta da tifoni che tartassano i villaggi di pescatori indigeni. Se ne contano più di venti all’anno e lasciano danni ingenti alle case costruite su basi di cemento con canne di bambù. L'ultimo evento ha lasciato 20 famiglie senza tetto e senza barca, mezzo di sostentamento di tutta la famiglia.
«Li abbiamo accolti provvisoriamente sotto un tendone della parrocchia, ma vorremmo dare loro una casa e una barca per vivere una vita dignitosa. Abbiamo un terreno che ci è stato donato per costruire le prime 20 casette». Questo il progetto di Umberto per l'isola.
Senza dimenticare che l’aiuto concreto va di pari passo all’investimento in cultura che è la base dello sviluppo.
«È il solo modo per allargare la mente delle persone e costruire il futuro».
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Giovanni Gentilin | Una vita tra, e con, i poveri
«Sono convinto che la povertà non si sconfigge dando ai poveri il cibo ogni giorno; è invece necessario camminare insieme a loro aiutandoli a studiare e a crescere»
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