Ghana: Una casa di riposo per i missionari

I missionari chiedono aiuto per se stessi e non è una provocazione: il comboniano padre Eugenio Petrogalli chiede sostegno per fare una casa di riposo per i confratelli ghanesi che hanno tanto aiutato i "fratelli tutti" di quella porzione d'Africa.

Un missionario “nonno” che chiede di non dimenticarsi di altri anziani come lui che soffrono il peso dell’età. Padre Eugenio Petrogalli, ottantunenne comboniano attivo in Ghana, lavora al progetto di una casa di riposo per comboniani africani anziani o ammalati. «Ho già raccolto qualche finanziamento ma non è sufficiente per acquistare il terreno e iniziare i lavori» afferma. «Ogni piccola offerta ha il suo valore: unita ad altre sono come tanti chicchi di grano che riempiono il sacco».

«Non perdiamo la speranza. Senza speranza non si può vivere. È come l'aria che ci circonda, come il respiro che ci dà vita».
Dal Ghana, per fortuna poco colpito dal Coronavirus, padre Eugenio Petrogalli lancia il suo messaggio di solidarietà all'Italia, piegata dal Covid. Un piccolo segno di solidarietà a chi, in questo momento, è più provato dalla tragedia della pandemia, dalla sofferenza, dalla morte.
Nel suo messaggio c'è anche un appello diverso da quanto ci potremmo aspettare per il Paese africano. Il comboniano, infatti, da Mafi-Kumase in Ghana, vorrebbe avviare la costruzione di una casa di riposo e di cure per i confratelli africani, anziani e ammalati.
I religiosi nativi della Provincia sono più di un centinaio e parecchi di loro stanno diventando vecchi, invalidi e bisognosi di cure.
Non si chiede molto, solo il contributo che ciascuno può offrire per dare ospitalità a quei missionari.

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