Sono Giorgio Bertin, Francescano, andato in missione in Somalia nel 1978. Quando è scoppiata la guerra e quando la presenza della chiesa è stata totalmente distrutta, in un contesto di saccheggio generale ho dovuto rifugiarmi in Kenya. Da allora ho continuato a servire la Somalia come Amministratore apostolico della diocesi di Mogadiscio. Nel 2001 Papa Giovanni Paolo II mi ha chiesto di diventare anche vescovo di Gibuti.
Siamo nel cosiddetto Corno d'Africa e Gibuti è l'unico paese veramente stabile della regione. E' quindi un luogo che permette alla chiesa, presente in mezzo a una popolazione interamente musulmana, di poter svolgere la sua azione soprattutto nel campo della testimonianza umanitaria e caritativa.
Mons. Giorgio Bertin, 10 novembre 2023
Le attività principali della chiesa a Gibuti sono attraverso la Caritas che in questo momento si occupa soprattutto di bambini e giovani migranti in gran parte sono etiopici. Soprattutto attraverso il nostro sistema di scuole cattoliche e di centri di alfabetizzazione che in francese chiamiamo Lec: "lire, écrire, compter" ovvero "leggere, scrivere, contare".
Ciò vuol dire accogliere bambini e giovani che per diversi motivi non vanno o non possono andare alla scuola pubblica e direi in modo particolare le bambine.
Ci siamo prefissi di avere almeno la metà, se non la maggioranza, di bambine perché le bambine sono utilizzate a casa per i lavori domestici e allora bisogna dare delle opportunità. Anche in situazioni dove la chiesa è estremamente piccola minoritaria, se noi sappiamo lavorare con intelligenza e con umiltà, possiamo fare sempre grandi cose.
Mons. Giorgio Bertin
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