Cari amici, sono padre Julius Kujur e dirigo il lebbrosario Jesu Ashram. Vorrei ringraziare tutti voi per averci sostenuto nella cura di tanti malati di lebbra. L'anno scorso abbiamo ricoverato 256 pazienti, che avevano bisogno di essere curati e medicati ogni giorno, ma più di 1.700 persone hanno frequentato la nostra clinica per la lebbra.
Di questi, 44 sono risultati nuovi malati di lebbra e grazie a Dio 41 dei vecchi casi sono stati dichiarati guariti. Abbiamo fatto anche un controllo oculistico e 28 sono stati operati alla cataratta e stanno migliorando.
Grazie per aver aiutato il Jesu Ashram nella cura dei malati di lebbra. Grazie mille!
padre Julius Kujur
Gesuiti di Matigara, India
Padre Julius Kujur, tra i pazienti del Jesu Ashram di Matigara - India, ringrazia i benefattori di Cuore Amico
Una carezza ai malati di lebbra
Pubblicato a gennaio 2023 | Idp 105011
Jesu Ashram è l'unico ospedale del West Bengala dedicato alla cura di questi pazienti, anche attraverso cliniche mobili. Servono garze, farmaci e cibo.
Immaginate la situazione disastrosa generata dalla pandemia in una delle aree più popolose del mondo come l'India. Se pensiamo che, fin dalle origini, è anche il Paese più colpito dalla lebbra, associata da sempre alla povertà e alla residenza in aree rurali, possiamo capire a quale grave emergenza ci troviamo di fronte.
L'ospedale Jesu Ashram, nello Stato del West Bengala, è l'unica struttura della zona dedicata alla cura di questi malati.
Organizza settimanalmente cliniche all'aperto per la lebbra, raggiunge gli indigenti e i malati attraverso cliniche mobili, aiuta i pazienti guariti/dimessi dalla lebbra a riabilitarsi e forma giovani infermieri.
«Non c'è nessun'altra struttura dove i malati di lebbra sono trattati al chiuso per un periodo molto lungo, tranne Jesu Ashram» racconta padre Julius Kujur. «Hanno fiducia in noi perché sentono di essere trattati con dignità e senza alcuna discriminazione. I pazienti richiedono una pulizia regolare delle ulcere, la loro medicazione e la pulizia dei tessuti morti che viene fatta qui. Quando sono ricoverati e i parenti vengono a visitarli, il nostro personale insegna loro come prendersi cura dei malati e come possono farlo da soli».
In condizioni normali l’ospedale riesce a garantire cure e cibo ai pazienti che ospita, grazie alle donazioni locali e di benefattori dall'estero. Ma la crisi legata al Covid-19 ha fatto venire meno gran parte degli aiuti.
Servono garze, farmaci e cibo. Possiamo ignorare questi malati?
Possiamo aiutare un paziente donando 30 euro/mese; Bende per un mese (200 euro); Medicine per un mese (500 euro)
Progetto completato. Grazie ai benefattori!
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