La Mongolia è un vasto Paese dell'Asia che confina con Cina e Russia, privo di accesso al mare, dove vivono meno di tre milioni di abitanti, per un terzo popolazioni nomadi. La maggior parte degli abitanti stanziali è concentrata nella capitale Ulan Bataar.
La transizione dal comunismo al sistema democratico, dopo la dominazione sovietica, è stata pacifica e oggi la Mongolia muove i primi passi in direzione di uno sviluppo politico ed economico autonomo. La popolazione però, affronta nuove difficoltà sia nelle aree urbane, sia in quelle rurali.
Le missionarie della Consolata offrono un servizio importante alla Chiesa locale, con tante attività rivolte soprattutto al doposcuola per i bambini che vivono nelle periferie disagiate delle città come ai margini del deserto del Gobi.
Non mancano poi progetti di sviluppo per aiutare famiglie in gravi difficoltà e donne a lavorare, concentrati nella cittadina di Arvaikheer.
I pastori nomadi trovano sempre maggiori difficoltà a sopravvivere in queste condizioni estreme che, negli ultimi tempi, hanno causato anche la morte di capre, pecore, cammelli, yak che, per la scarsità di erba, non sono riusciti a nutrirsi a sufficienza.
Per questo sono tante le famiglie che si spostano per arrivare in posti come Arvaikheer, sperando in un futuro meno disagiato. Purtroppo non è così: il lavoro scarseggia e cibo e vestiti costano molto. Allora diventa importante scongiurare il rischio di trovarsi su strade pericolose.
Andando incontro a tante mamme, suor Magdalene Kalunde Mathuvi chiede un sostegno per ripristinare un’attività di cucito artigianale che era partita, ma si è fermata nel periodo del Covid. È necessario comprare il materiale per confezionare capi che verranno venduti sui mercati locali a prezzi calmierati.
La missione presente in questa cittadina è un punto di riferimento per chi è nel bisogno. Suor Sandra Graciela Garay offre supporto in particolare alle famiglie del quartiere con aiuti economici e progetti educativi, con l'obiettivo di assicurare ai bimbi un'alimentazione e un'assistenza medica adeguate. Per questo la religiosa ha bisogno di aiuto per l'acquisto di cibo, materiale didattico e medicine.
Va inoltre incontro alle famiglie più povere soprattutto con la fornitura di legna o carbone per il riscaldamento (in inverno le temperature arrivano a -40 gradi), con il pagamento delle cure mediche e la ricostruzione delle tende tradizionali (gher) che fungono da casa. Sono fatte di feltro e legname e facilmente possono prendere fuoco, lasciando in dieci minuti una famiglia all'addiaccio.
Per queste necessità piccole e grandi un aiuto è importante.
«La piccola Chiesa in Mongolia può offrire segni di speranza per la Chiesa universale».
Progetto completato. Grazie ai benefattori!
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[Idp 104638 del 1 luglio 2020]
Dal freddo della steppa…
...al calore dell'accoglienza salesiana in un territorio abitato da pastori nomadi, dove d'inverno si possono toccare i -40°, rendendo estreme le condizioni di vita.
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