Nello Stato di Taraba, lambito dall'omonimo fiume, vivono numerosi gruppi etnici. Le tribù si dividono in agricoltori stanziali, che coltivano soprattutto cereali, tè, caffè e che sono per lo più di religione cristiana, e in popolazioni nomadi dedite all'allevamento, di origine musulmana. Sempre più spesso accade che quando i pastori necessitano di nuovi pascoli per nutrire le proprie mandrie sequestrano con la forza i terreni agricoli. Gli scontri si susseguono, interi villaggi vengono messi a ferro e fuoco, le case vengono gravemente danneggiate e gli abitanti, inclusi neonati, donne, anziani, sono costretti a scappare.
Migliaia di persone provenienti dalle aree rurali si riversano così alla periferia della città di Jalingo in cerca di aiuto.
Derubate di tutto, si ritrovano a vivere in campi profughi dove le condizioni igieniche sono pessime: molti bambini sono morsi da serpenti e insetti, si ammalano di malaria e infezioni legate alla sporcizia e alla malnutrizione. La situazione è in costante peggioramento e i Padri Agostiniani, presenti nel Paese dal 1938 con un'infaticabile opera di apostolato, vorrebbero aiutare i rifugiati con un progetto di sostegno svolto in collaborazione con la diocesi locale. «Il piano prevede due fasi», spiega padre Michael Walsh, «la prima di sostegno emergenziale, rivolta soprattutto ai bambini, per fornire cibo e generi di prima necessità; la seconda di sviluppo, mirata a rendere economicamente autonome le famiglie, consentendo loro di avviare un'attività produttiva, agricola o commerciale alla periferia della città».
Progetto completato. Grazie ai benefattori!
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