Da qualche anno sono a Goma, nell’est del Congo, dove il movimento ribelle M23 è alle porte della città e minaccia di riprenderla come dieci anni fa.
Sul terreno dei Padri Salesiani sono ammassate 6.000 famiglie che fuggono dalla guerra, non lontano da dove lo scorso febbraio è stato ucciso l’ambasciatore italiano. Ecco l’immagine d’una difficile, cruenta e incomprensibile situazione politica e militare.
All'inizio del 2022 papa Francesco aveva rivolto un invito alla fratellanza tra i popoli nella sua preghiera.
Oggi ci ritroviamo invece a parlare di guerre, a vedere nei media immagini sconvolgenti, ad assistere a scene che stentiamo a riconoscere come nostre: guerra tra Russia e Ucraina, nello Yemen e in Siria, in Sudan e nei Monti Nuba, nell’est del Congo e in Somalia.
Segni di un'umanità sempre più miserabile che ha bisogno più che mai di fratellanza e compassione, e che queste prendano il sopravvento sull’interesse economico e sull'ambizione di pochi.
Cosa si può fare? La mente e il cuore si perdono in questa domanda. Tutto sembra senza senso. Eppure no. C'è solo una risposta: seguire Cristo, perché «Dove nasce Dio, nasce la speranza: Lui porta la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. E dove nasce la pace, non c'è più posto per l'odio e per la guerra» (Papa Francesco).
Padre Gian Paolo Pezzi
Missionario Comboniano
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