Nel 1964 papa Paolo VI canonizzava 22 fedeli cattolici martirizzati in Uganda tra gli anni 1885 e 1887. Nell'omelia si esprimeva così: «Questi martiri africani aggiungono all'albo dei vittoriosi, qual è il martirologio, una pagina tragica e magnifica», in un'epoca in cui le persecuzioni dei cristiani sembravano il retaggio di un lontano passato. Eppure, dopo diversi decenni, di nuovo un papa deve costatare che: «Forse sembrerà difficile da credere, ma oggi ci sono più martiri che nei primi secoli».
Infatti, secondo lo “Studio sulla persecuzione anticristiana” che la Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre stila ogni anno, nel 2019 un cristiano ogni sette è perseguitato per la sua fede.
«Il martirio è un segnale
che andiamo sulla strada di Gesù»
papa Francesco, 11 dicembre 2019
Oggi i cristiani sono il gruppo religioso maggiormente colpito al mondo.
Questi cristiani possono dirsi a pieno titolo “discepoli missionari”, per come hanno testimoniato il Vangelo nei contesti e nelle situazioni più diverse, arrivando a spendere anche la propria vita, e possono essere aggiunti ai 29 missionari, per la maggior parte sacerdoti, che sono stati uccisi nel corso del 2019 in Africa, America, Asia ed Europa.
Quest'anno ricorre il 40mo anniversario dal martirio di San Oscar Romero. Le sue parole, segno di una fede viva e profonda, siano da pungolo e stimolo per ognuno di noi: «La Chiesa deve denunziare ciò che viola la vita, la libertà e la dignità dell'uomo. Non chiede la vita, ma dà la vita per difendere la vita. La mia funzione è di essere voce di questa Chiesa. Colui che si impegna con i poveri deve correre lo stesso destino dei poveri: scomparire, essere torturato, catturato, ucciso».
Don Flavio Dalla Vecchia - Presidente di Cuore Amico
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