Giuseppe era un giovane come tanti ma, come dice il Papa, proprio per questo ci aiuta a «comprendere l'importanza delle persone comuni, quelle che, lontane dalla ribalta, esercitano ogni giorno pazienza e, seminando corresponsabilità, infondono speranza».
Le poche righe che i vangeli gli dedicano, segnalano che egli risponde con prontezza e senza esitazione a Dio che gli parla, assumendosi un compito non facile, ma confidando nella fedeltà di Colui che gli ha rivolto la sua parola e gli ha manifestato il suo progetto (cf. Mt 1,20-21).
A lui Dio ha affidato l'educazione di suo figlio e, tramite lui, Gesù ha compreso «la tenerezza di Dio, quella che ci fa accogliere la nostra debolezza, perché è attraverso e nonostante la nostra debolezza che si realizza la maggior parte dei disegni divini».
Giuseppe ha mostrato che esiste una genitorialità che va oltre l'aspetto biologico, quando si custodisce e si alleva, si protegge e si educa. Opere queste che vediamo ogni giorno narrate nella corrispondenza dei missionari e delle missionarie: anche loro sono chiamati, sulla scia di Giuseppe, a prendersi cura dei tanti figli e figlie di Dio che intraprendono il cammino della vita tra grandi difficoltà.
Don Flavio Dalla Vecchia
Presidente di Cuore Amico
Papa Francesco proclama l'anno di San Giuseppe e concede una speciale indulgenza plenaria »»
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