Dopo questi anni in cui una terribile epidemia ha messo in ginocchio anche le nazioni più sviluppate, lasciando dietro di sé lutti e grandi disagi, in questi mesi anche la guerra è tornata sul suolo europeo, minacciando lo spettro di un conflitto nucleare.
Continuano a risuonare le parole di tanti uomini e donne responsabili, ripetendo il grido accorato: «mai più la guerra»
e insistendo che «con la guerra tutto è perduto». Quante volte si è chiesto di fermare l’assurda corsa agli armamenti, destinando le tante risorse spese a tale scopo per risolvere il problema della fame nel mondo e per le medicine di cui tante popolazioni scarseggiano.
Celebriamo anche quest’anno la Pasqua: contempliamo il viso del Crocifisso Risorto nel volto delle tante popolazioni (e dei tanti bambini) martoriati dalle bombe o costretti a fuggire di fronte alla ferocia umana. E ricordiamo con forza che quel Gesù che è passato facendo del bene ha chiamato «beati gli operatori di pace», coloro che come lui operano per la giustizia e si prendono cura delle ferite di tanta umanità dimenticata.
E Lui è stato risuscitato: la speranza, che si fa preghiera, è che, guardando a Lui, anche i cuori dei violenti si lascino toccare da una misericordia che non rinuncia alla giustizia, ma che la esercita nella solidarietà e nella fraternità.
Don Flavio Dalla Vecchia Presidente di Cuore Amico
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