Facciamo in modo che il suo sogno possa continuare.
Sulle Ande peruviane, zona impervia e inospitale, il vento soffia e il freddo si fa sentire. Salendo a dorso di mulo su carrettiere affacciate sui burroni, si incontrano villaggi sperduti carichi di umanità dolente. Uno di questi è Pomallucay, presso San Luis, a oltre 3 mila metri di quota.
Per aiutare i poveri di queste zone, Erica Tellaroli, missionaria laica dell’Operazione Mato Grosso, ha lasciato tutto: la casa, la famiglia, gli amici, una vita agiata. Si è messa a servizio dei più bisognosi, con semplicità.
Senza avere la pretesa di cambiare il mondo, ma arrivando fin dove riesce, fin dove può. «Se qualcosa è stato costruito è nato per Provvidenza, non per merito mio», dice sorridendo. Eppure tra queste vette lei ha fatto molto. Anzi, moltissimo.
Dove circola l’amore
La sua storia inizia nel 1999, quando per la prima volta mette piede sul territorio andino. Colpita dalle misere condizioni di vita e dalle sofferenze dei campesinos, decide, in un generoso slancio di umanità, di non tornare sui suoi passi.
Un paio d’anni più tardi nel villaggio viene inaugurato un ospizio per anziani e moribondi, di cui viene nominata responsabile (per questa attività riceverà nel 2007 il Premio Cuore Amico).
Nel tempo, la struttura si amplia fino a diventare la casa di accoglienza Santa Teresita che oggi apre le porte ai più emarginati, senza distinzioni.
Una famiglia in cui ogni giorno rinnova una scelta di gratuità, un luogo dove circola l’amore e dove il Vangelo diventa testimonianza concreta e viva. È qui che Erica, coadiuvata da infermiere e volontarie peruviane, prende per mano un vecchio con la demenza, s’inginocchia per sorridere a un malato in carrozzina, prende in braccio un bimbo e lo bacia sulla fronte, accarezza il volto di un uomo morente per non farlo sentire solo. Nelle stanze della casa si intrecciano vicende cariche di dolore.
Come quella di Alejandra, una giovane donna, colpita da tumore all'utero, unico sostegno per i suoi otto figli; di Flor, 14 anni, tetraplegica; di Rosemary, cieca e affetta da una grave forma di schizofrenia.
Erica si prodiga per tutti con impegno e dedizione, senza fare mai mancare una parola di conforto.
16 gennaio 2017. Abbiamo chiesto a Erica di raccontare la sua vita nella Casa sulle Ande.
Aiuto anche a domicilio
Nella casa c’è anche un piccolo ambulatorio, che presta le prime cure e assicura i farmaci ai malati. «In Perù la sanità costa tantissimo», spiega la missionaria. «Se una persona è ferita e non può permettersi di pagare la sutura, viene lasciata morire dissanguata». I malati più gravi, che necessitano di cure ospedaliere, vengono inviati a Lima e i costi dei trattamenti ricadono sulla missione che già deve provvedere a molte persone. Oltre a gestire la casa, Erica e le volontarie si dedicano al supporto domiciliare nei confronti di famiglie numerose, bambini denutriti, padri senza lavoro. Offrono un pasto caldo, qualche medicina, un sorriso. E, così facendo, portano avanti giorno dopo giorno il sogno di un mondo più equo, più fraterno, più solidale.
Aiutiamo la missione di Erica!
Progetto completato. Grazie ai benefattori!
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[Idp 105685 del 1 marzo 2024]
Curare le ferite del corpo e del cuore
A Marcarà, nel cuore della Cordillera de los Andes, due volontarie di Operazione Mato Grosso (Omg) si prendono cura di campesinos anziani, ammalati, famiglie numerose e disabili. Un’opera di carità a cui possiamo contribuire anche noi.
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