A febbraio due forti scosse di terremoto (di magnitudo 7,8 e 7,5 Mw) colpiscono l'area meridionale della Turchia e le regioni settentrionali della Siria. È una tragedia: nei due Paesi il terremoto provoca oltre 51 mila vittime accertate e un elevato numero di dispersi. Più di 120 mila sono i feriti. Intere città sono rase al suolo.
Ma mentre in Turchia la macchina internazionale dei soccorsi si è rapidamente messa in moto, in Siria non è stato così, a causa della guerra civile in corso dal 2011 e delle sanzioni economiche al regime siriano. In Siria, tra l'altro, il 90% della popolazione è sotto la soglia di sussistenza, e ora questa immane catastrofe aggrava una situazione già molto difficile.
Oggi Aleppo è una città di due milioni e mezzo di abitanti senza elettricità, senza acqua e riscaldamento. Fa molto freddo, l'inverno è rigido. Dopo il terremoto le persone rimangono per strada o si chiudono nelle automobili. Hanno paura, non sanno cosa accadrà perché forse non è finita… potrebbero arrivare nuove scosse forti e devastanti.
Cuore Amico vuole essere vicino alla gente di Aleppo come a tutti i siriani: chiediamo ai nostri benefattori preghiere per questo popolo e solidarietà per portare un po' di sollievo agli sfollati, aiutando chi ha aperto le porte a tutti senza distinzione alcuna, come possiamo leggere dalle testimonianze di padre Raimondo Girgis, amministratore apostolico del Vicariato di Aleppo dei Latini, suor Mary Stephanos, delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret e padre Tony O’Riordan, dei Padri Gesuiti.
Vicariato dei Latini.
«Ad Aleppo intere famiglie affrontano ogni giorno enormi difficoltà quotidiane, ed è qui che si sono registrate tante vittime, con case completamente distrutte e un mare di sfollati, in questo freddissimo inverno. Abbiamo aperto le porte delle nostre chiese, asili e scuole ma temiamo di non arrivare a raggiungere tutti».
Padre Raimondo Girgis Amm.re Apostolico del Vicariato di Aleppo dei Latini
Suore della Carità.
«I danni maggiori sono avvenuti nel nord della Siria, mentre a Damasco e a Khabab, dove ci sono le nostre due comunità, è stato come un bombardamento di guerra. Ma continuiamo a pregare per dare speranza a quanti sono rimasti senza casa. Siamo impegnate nella raccolta e distribuzione di generi di prima necessità».
Suor Mary Stephanos Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret
Padri Gesuiti.
«Per fortuna non ci sono vittime tra i nostri gesuiti e, anche se la nostra sede non è sicura, offriamo i nostri spazi a chi è rimasto all'aperto, al freddo e sotto la pioggia: sono cattolici, ortodossi, armeni e musulmani, ma hanno uguale bisogno».
Padre Tony O'Riordan
Padri Gesuiti
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[Idp 105445 del 21 marzo 2022]
Non lasciamo soli i malati e gli anziani
Dopo 11 anni di guerra, la crisi umanitaria ed economica è gravissima. Le suore di Santa Giovanna Antida Thouret sono sempre rimaste al fianco della popolazione per garantire cibo ed educazione alle famiglie più povere.
[Idp 103985 del 1 luglio 2018]
Attenzione per le famiglie
Ad Aleppo, le suore Serve del Signore e della Vergine di Matarà prestano la loro assistenza a famiglie bisognose, vittime della guerra civile, della crisi economica e della povertà.
[Idp 103986 del 1 luglio 2018]
Sostegno a chi sta ricostruendo
A Damasco, le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret aiutano le famiglie che stanno vivendo nelle case semi distrutte dai recenti bombardamenti.
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