La condizione dei migranti in Tunisia
Molti dei migranti subsahariani, giunti in Tunisia [Link] alla ricerca di un lavoro o per tentare di arrivare in Europa, rimangono bloccati nel Paese. Svanita la promessa di un lavoro o di un passaggio verso l’Europa, si ritrovano senza lavoro e senza documenti o con il visto scaduto. Spesso sono ammalati o sofferenti a causa degli estenuanti viaggi intrapresi per arrivare in Tunisia. Anche il ritorno nei Paesi d’origine è quasi impossibile, dovendo pagare multe per regolarizzare i visti scaduti e poter lasciare la Tunisia. I migranti inoltre vivono un eventuale ritorno in patria con senso di vergogna, come una sconfitta di fronte alle loro famiglie, che si sono indebitate per consentire loro il viaggio in Tunisia.
Le donne, principalmente di nazionalità ivoriana, sono per lo più vittime della tratta. Giunte in Tunisia con la prospettiva di un lavoro regolare in una famiglia, all'arrivo vengono loro ritirati i documenti e sono “sequestrate” dalle famiglie che hanno pagato per averle a servizio, lavorando come “schiave”. [Vittme della Tratta] [Papa Francesco]
Il Centro d'accoglienza de La Goulette
La Diocesi di Tunisi [Link] e le Suore Missionarie della Carità (le Suore di Madre Teresa) [Link] assistono anziani indigenti e abbandonati (per la maggior parte di origine italiana), e anche i migranti rimasti bloccati in Tunisia ospitandoli in un piccolo Centro di accoglienza presso la parrocchia de La Goulette, a pochi km da Tunisi.
Al Centro può accedere chi è segnalato dall'Oim (Organizzazione Internazionale delle Migrazioni – un’agenzia collegata alle Nazioni Unite) [Link] ed è intenzionato a rientrare nel proprio Paese d'origine.
Il percorso di ritorno è difficile e doloroso.
Tra le donne ospitate alcune sono incinte e hanno bisogno di sostegno psicologico per superare i traumi e gli abusi subiti nel loro percorso migratorio. La maggior parte degli uomini è analfabeta e, nell'attesa del rimpatrio, compie percorsi di alfabetizzazione di francese e laboratori di formazione professionale per ottenere maggiori opportunità di reinserimento una volta rientrati a casa.
Queste persone vanno aiutate principalmente nei loro bisogni primari e anche per completare le procedure amministrative necessarie per il rimpatrio.
Tanti sono i malati, a causa di patologie fisiche o psichiche causate dagli estenuanti viaggi intrapresi per arrivare in Tunisia.
In questo Paese tutta l’assistenza sanitaria è a pagamento e, dunque, curarsi è precluso a chi non ha denaro. Il Centro sostiene le spese per le medicine, le visite mediche, gli esami prescritti e, nei casi più gravi, anche per operazioni chirurgiche.
L'arcivescovo di Tunisi mons. Ilario Antoniazzi [Video Intervista] [Biografia] e le Suore Missionarie della Carità [Link] hanno bisogno di aiuto per portare avanti la loro azione di sostegno ai migranti sub-sahariani.
Non facciamolo mancare.
Per approfondire i temi proposti in questo articolo si segnalano:
[Link] Libro “APPUNTAMENTO A LA GOULETTE - Le assenze senza ritorno dei 150.000 emigrati italiani in Tunisia”, di Franco Blandi, Navarra Editore
[Link] Articolo sull'incontro relativo alla tratta di esseri umani al Festival Dei Due Mondi di Spoleto 2018
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[Idp 105292 del 25 ottobre 2021]
650 ragazzi hanno bisogno di un ambiente migliore
Dalla materna fino all'istruzione professionale nella scuola di Menzel in Tunisia studiano 650 ragazzi. Mancano sedie, lavagne e materiale didattico.
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