I rapporti sul cambiamento climatico pubblicati dall'IPPC (Intergovernmental Panel on Climate Change) e dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale ci raccontano una situazione che fa paura: la sempre crescente concentrazione di gas serra (legati all’attività umana) e l'allargamento del buco dell'ozono stanno, a ritmi crescenti, surriscaldando il pianeta e le acque profonde degli oceani, che si stanno nello stesso tempo acidificando. I ghiacciai si sciolgono, i mari si innalzano e le temperature raggiungono picchi record di 54,4°C.
Le conseguenze sono devastanti: siccità prolungate, alluvioni improvvise, cicloni e danni irreversibili per le nostre riserve di acqua e gli ecosistemi marini e montani.
Le conseguenze per l'umanità tutta sono già evidenti: distruzioni dei litorali, insicurezza alimentare, carenza di acqua, migrazioni. Saranno le popolazioni più vulnerabili a subire maggiormente i danni di queste conseguenze. Come è accaduto in Madagascar, colpito nel 2021 da cicloni e tifoni di una distruttività senza precedenti.
«Nel piantare un seme,
noi reclamiamo la vita (…)
Semi di amore, di condivisione.
Questo conta.
Seminate i semi dell'economia della cura.
Per me, il diritto umano definitivo è renderci conto che siamo parte della Terra. (...)
È la consapevolezza che siamo
una sola umanità su un solo pianeta.
Questo è ciò di cui dobbiamo
spargere i semi».
Vandana Shiva (ambientalista indiana).
È necessario uno sforzo corale di tutti i governi e sistemi economici del mondo e uno sforzo individuale di maggiore attenzione al nostro stile di vita e consumo.
Ci sono però piccoli gesti che possiamo fare oggi per, almeno, arginare i danni immediati che molte popolazioni subiscono quotidianamente, sostenendole nel ricostruire ciò che la natura ha distrutto.
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