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Corno d'Africa: Sos Corno d'Africa

Conflitti, profughi, siccità. Sembra una regione maledetta per il concentrarsi di fattori sfavorevoli. Ma piccoli segnali possono invertire la rotta.


Cartina del Corno d'Africa
Il Corno d'Africa è una delle regioni più fragili al mondo.

Il Corno d'Africa è una delle regioni più fragili al mondo. Conflitti che si protraggono da anni, movimenti di profughi e sfollati da tutte le aree circostanti e cambiamento climatico ne fanno un’area esplosiva. In senso stretto il Corno comprende l'Etiopia meridionale, il Kenya settentrionale e la Somalia, ma si può allargarne il perimetro fino a otto Paesi che includono anche Gibuti, Eritrea, Sud Sudan, Sudan e Uganda, tutti martoriati dall’insicurezza alimentare e da violenti conflitti regionali, tra cui la guerra in Yemen (sul lato opposto del Mar Rosso, tornato a far parlare di sé negli ultimi tempi) e le tensioni tra Etiopia ed Eritrea.
Una regione con numerose guerre tribali ed etniche. In Etiopia, dopo la fine della guerra del Tigray, si rischia una nuova crisi tra le popolazioni tigrina e amahara. In Somalia, ridotta a uno Stato fantasma diviso in regioni governate dai clan, si registra la continua espansione di Al-Shabaab, gruppo jihadista affiliato ad Al-Qaeda che controlla ampie fasce del territorio rurale nel Sud del Paese.


campi coltivati
Donne impegnate in agricoltura

Di fronte alle minacce terroristiche, al cambiamento climatico e alla stagnazione economica, il popolo somalo continua a sostenere i costi più elevati. Nel 2022 e nel 2023, mentre i combattimenti infuriavano, la Somalia ha dovuto affrontare la peggiore siccità degli ultimi quarant’anni che ha provocato decine di migliaia di morti. Un fenomeno che sta diventando sempre più frequente e grave, alternandosi a inondazioni disastrose come “El Niño”.
Unica nota positiva - in mezzo alla difficoltà di distribuzione degli aiuti umanitari su grande scala, spesso preda dei gruppi terroristici - sono alcune esperienze missionarie come quelle evidenziate alle pagine successive che, sia in ambito di formazione di giovani sia in ambito agricolo, vogliono agevolare l'adattamento e la resilienza della popolazione di questa regione a scenari climatici e sociali avversi. Una piccola goccia di speranza in un oceano di disperazione.


Cosa possiamo fare noi?








Aggiornato il 27 febbraio 2024  da Redazione Cuore Amico   email | modifica | permalink



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