A novembre si celebra la Giornata Internazionale degli Studenti, nata per commemorare un tragico evento: il 17 novembre 1939 otto studenti e un professore furono giustiziati senza processo per aver protestato contro i poteri nazisti a Praga. Altri milleduecento studenti furono mandati nei campi di concentramento e tutte le università furono chiuse, con il chiaro intento di reprimere l’attivismo accademico.
Anche oggi purtroppo si assiste a situazioni in cui gli attacchi agli studenti sono frequenti, penso alle violenze subite dai giovani cattolici in Nigeria o alle ragazze dell'Afghanistan, alle quali è ora impedito l'accesso all'istruzione.
Sono da poco rientrato da un viaggio in Egitto, Giordania e Israele; ho incontrato il Patriarca Latino di Gerusalemme, diversi frati francescani e alcuni parroci, oltre agli alunni del Seminario di Betlemme, con il Rettore dell’Università di Betlemme.
Tutti mi hanno segnalato il valore delle scuole gestite dalle chiese cristiane e dalle congregazioni religiose. Scuole nelle quali ragazzi e ragazze possono trovare percorsi formativi di qualità e vivere un incontro tra persone di religioni diverse, accomunate dalla volontà di qualificare la loro presenza attiva nella società, in un dialogo rispettoso delle diversità.
Tra le opere che caratterizzano i missionari, vi sono infatti scuole di ogni tipo: da quelle professionali, ai licei, alle università. Se, come spesso sentiamo dire, i giovani sono il futuro, sostenere anche questi campi di lavoro dei missionari significa offrire un contributo alla costruzione di un mondo migliore e più fraterno.
Don Flavio Dalla Vecchia, Presidente di Cuore Amico
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