Originaria di Càrdano al Campo (VA), insegue il sogno di diventare missionaria e, a 18 anni, entra a far parte dell'Istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità che si occupa di disabili. Da insegnante si appassiona alla riabilitazione dei bambini con disabilità e si specializza in psicomotricità e logopedia.
Dopo molti anni trascorsi professionalmente fra Como e Varese, nel 1988 le viene chiesto di recarsi a Juba in Sud Sudan, dove l'Istituto vuole aprire una nuova sede, il Centro Usratuna (La nostra famiglia in arabo). Juba all'epoca è un villaggio fatto per lo più di capanne, immerso in un ambiente arido e in un’estrema povertà. A cinque mesi dal suo arrivo scoppia, nel 1991, la guerra: il villaggio è preso d'assalto dai ribelli e il Centro Usratuna viene invaso da più di tremila civili che vi si rifugiano per sfuggire alle mitragliate.
Diventata esperta nel linguaggio dei segni segue anche i bambini con sordità. Oggi in Sud Sudan infuria nuovamente una guerra tra due gruppi tribali, i Dinka e i Nuer. Nel Paese si registrano 2 milioni di rifugiati e una gravissima crisi economica: la popolazione è ridotta allo stremo, affamata e terrorizzata da scontri continui e sciacallaggio.
In Sud Sudan,
con il contributo ricevuto Carla potenzierà le attività del Centro Usratuna e, in particolare: il servizio di assistenza sociale (sostegno ai pazienti che devono subire interventi chirurgici, logopedia e assistenza ai disabili disoccupati), l’ortopedia, l’assistenza alle famiglie contro la malnutrizione e la denutrizione infantile e il dispensario. La necessità maggiore riguarderà il sostegno scolastico ai bambini disabili e l'acquisto di macchinari nuovi per l'officina ortopedica che fornisce ausili per l'autonomia delle persone con disabilità. Autonomia e inclusione per le quali Carla si è sempre battuta, nonostante la guerra.
Padre Gianpietro Carraro
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