A Concesio, vicini alla casa natale di papa Paolo VI, guidati da Claudio Baroni, giornalista ed editorialista del Giornale di Brescia, i presenti sono stati trasportati in Ecuador dalla “dotora Mariela”, come viene chiamata la dott.ssa Mariella Anselmi, che ha raccontato come è nato in lei il desiderio di partire in missione. «Dal volontariato fatto da adolescente, in parrocchia, in appoggio ai missionari: raccoglievo carta, ferro, di tutto. Poi l’iscrizione in università e la domanda che si è venuta formando nel mio cuore: per chi vuoi fare il medico? Per chi ha già garantito il diritto alla salute o per chi vive nelle periferie del mondo e muore per malattie evitabili? La risposta è venuta in automatico quando sono partita per l’Ecuador».
Cominciando dall’offrire assistenza medica in un territorio molto vasto in ascolto delle comunità indios più diverse e sviluppando anche un partenariato con i fedeli della Chiesa Evangelica, in vent’anni sono stati raggiunti ragguardevoli risultati.
La somma del Premio, che la dottoressa Anselmi ha definito “la Divina Provvidenza per noi”, consentirà di diminuire le mortalità per parto delle mamme indios, effettuando i controlli necessari nel corso delle gravidanze e consentirà parti più sicuri.
Fresca di laurea in medicina, nel 1979 Mariella Anselmi parte come medico volontario del Mlal (movimento di laici) in Ecuador. Comincia a visitare le comunità indigene, geograficamente isolate, poste lungo i fiumi di Borbon, provincia di Esmeraldas. Abitano in foresta, vivono di ciò che cacciano, pescano e coltivano. Hanno accessi limitati al mondo esterno e alcun accesso all'assistenza medica. Per questo occorre concepire un servizio di cure di base, anche per controllare il diffondersi di malattie come la malaria e l’oncocercosi (tipo di filaria trasmessa da una piccola mosca nera), molto presente e che può portare a cecità.
Il risultato? Un nuovo modo di concepire l'assistenza sanitaria in Esmeraldas e, poi, anche in Ecuador: corsi di formazione per creare una rete di promotori di salute (si interfacciano tra la gente e il sistema sanitario locale); formazione di personale sanitario; ricerca scientifica svolta sul campo. E nel 2014 la vittoria sull’oncocercosi (malattia infettiva che porta alla cecità), dichiarata eliminata dall’Oms, e su altre malattie tropicali dimenticate come la malaria.
La prossima sfida è monitorare patologie e mortalità evitabili della popolazione femminile (gravidanze e malattie tumorali) e dei bambini (malnutrizione) che vivono nel bacino del fiume Santiago-Cayapas.
Tutto partendo dall'impegno dei cristiani di quel territorio a testimoniare il Regno di Dio. Una testimonianza a cui Mariella ha aderito in pieno.
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[Idp 105055 del 1 agosto 2024]
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