Recentemente un giovane contestava che la Bibbia affermi che Dio si è scelto un popolo, un fatto per lui assurdo: come può Dio scegliere, se è il Dio di tutti?
Eppure questo è il paradosso di quel Dio che ha deciso un giorno di dare inizio a questa straordinaria avventura che è l’universo. Lui ha dato inizio, poi lo ha messo in mani umane: mani e forze limitate.
E invece di imporsi ha deciso di proporsi, sollecitando la responsabilità di singole persone: ad Abramo chiede di lasciare gli idoli, fidandosi della sua promessa; a Mosè chiede di ritornare sui suoi passi per guidare il suo popolo verso la libertà.
APPELLO AI BENEFATTORI. I missionari Premio Cuore Amico meritano il nostro sostegno. Siamo certi che anche quest'anno ci aiuterete a raggiungere il traguardo di 150 mila euro che rende possibili i loro progetti. AIUTIAMO CHI AIUTA!
Abramo, Mosè, come pure i discepoli di Gesù, non sono supereroi o angeli scesi dal cielo, ma esseri umani che hanno riconosciuto nella parola di Dio la luce che dà senso e pienezza alla vita.
Questo è il significato della scelta di Dio; così il popolo ebraico e la Chiesa sono scelti per testimoniare al mondo che Dio continua a prendersi cura di questa umanità e lo fanno diffondendo la sua parola e prendendosi cura di tutti «quei fratelli e sorelle più piccoli» (Mt 25,40) con i quali Gesù si è identificato.
Con questo spirito anche il Premio Cuore Amico che, come da tradizione, celebriamo in ottobre alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale, mette in risalto la scelta di Dio (noi la chiamiamo vocazione!), che si concretizza nella testimonianza evangelica e nell'amore agli ultimi che i missionari diffondono in ogni parte del mondo.
Don Flavio Dalla Vecchia
Presidente di Cuore Amico
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