Padre Cesare Busecchi è in Madagascar, terra di missione per lui da più di trent’anni. Seguendo lo slancio missionario della sua congregazione (Carmelitani Scalzi), in una situazione non facile - era appena stato ucciso un confratello - il religioso si è trovato a operare in Paese divenuto negli anni sempre più povero materialmente, ma ricco di fede. Come missionario ha incentrato la sua attività sulla predicazione del Vangelo e su tante opere realizzate, “segni per lasciare il cuore aperto”: case per chi non ha dimora, piccoli centri medici e soprattutto scuole, affinché le nuove generazioni abbiano un futuro meno incerto.
Un altro segno potrà venire dal Premio, per aiutare circa 70 bambini e bambine che dormono per strada, nelle gallerie stradali e nelle piazze della capitale, acquistando un terreno e costruendo una casa dove alloggiarli o collocarli in strutture già esistenti. Tutto per strapparli dalla strada e renderli consapevoli che ci può essere un modo diverso di vivere.
Padre Cesare Busecchi, 22 ottobre 2022
Padre Cesare Busecchi
Originario di Colombaro di Cortefranca, dove è nato nel 1949, percorre tutte le tappe della sua formazione nel seminario dei Carmelitani e viene consacrato sacerdote a Brescia nel 1975.
Nel 1987 chiede di andare in missione in Madagascar. La sua prima esperienza missionaria avviene in foresta, dove fa conoscenza con l’accoglienza generosa della popolazione e… con la fauna selvaggia! Viene poi nominato parroco a Itaosy, periferia di Antananarivo, capitale del Madagascar: deve provvedere a 9 chiese con 120mila abitanti, di cui 40mila cattolici. Qui padre Cesare incontra la miseria di chi arriva in città dalle campagne in cerca di un futuro migliore.
La povertà in Madagascar è aumentata molto negli ultimi anni e quel Paese, secondo le statistiche del Fondo Monetario Internazionale, è passato dal decimo al quinto posto nella lista dei Paesi più poveri al mondo. L’80% della popolazione vive al di sotto della soglia della povertà e, dopo il Covid, il quadro sociale è peggiorato.
In particolare è aumentato in modo esponenziale il numero dei ragazzi che vivono nelle strade della capitale, ed è proprio a loro che pensa padre Cesare nell’utilizzo della somma del Premio Cuore Amico. Il suo sogno è infatti aiutare bambini e intere famiglie che dormono nei tunnel della capitale. Dispone già di un terreno dove vorrebbe realizzare una casa famiglia per i bambini soli, delle casette per le famiglie, una scuola e aiutare queste persone a coltivare la terra.
«Il popolo malgascio sorride sempre e ama pregare.
Essere sacerdote in Madagascar dà molte soddisfazioni»
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