«I poveri li avete sempre con voi» (Mc 14,7) Così si esprime Gesù, rispondendo alle critiche di discepoli e commensali, quando una donna spreca del profumo per lui.
Chi era però Gesù? Certamente non un ricco o un possidente, tutt’altro: la sua vita ha avuto come orientamento un passo profetico che lo ha ispirato a portare la buona notizia ai poveri (Is 61,1). E al suo seguito tanti uomini e donne hanno cercato di stare nella via di Dio, preoccupandosi dei poveri (cf. Gal 2,10).
Si rischia spesso di parlare – come fece Giuda rimproverando Gesù – dei poveri, ma con lo stesso atteggiamento di quel ricco che ogni giorno banchettava e non vedeva il povero Lazzaro che stava alla sua porta (Lc 16,20). Solo dopo la sua morte, il ricco vide finalmente Lazzaro, ma la loro sorte era ormai capovolta.
Con questo spirito la chiesa celebra in novembre la giornata dei poveri, perché, come richiama papa Francesco:
«Tutta l'opera di Gesù afferma che la povertà non è frutto di fatalità, ma segno concreto della sua presenza in mezzo a noi. Non lo troviamo quando e dove vogliamo, ma lo riconosciamo nella vita dei poveri, nella loro sofferenza e indigenza, nelle condizioni a volte disumane in cui sono costretti a vivere».
Riconoscendo Gesù nei poveri, il cristiano si mette in gioco: il missionario parte per Paesi lontani, ma i mezzi di informazione ci consentono oggi di conoscere le tante situazioni di bisogno e di riconoscere in essi il nostro prossimo, che interpella la nostra solidarietà per un mondo più fraterno.
Esorta Papa Francesco - «Siamo dunque chiamati a tendere loro la mano, a incontrarli, guardarli negli occhi, abbracciarli, per far sentire loro il calore dell'amore che spezza il cerchio della solitudine».
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