Originario della provincia di Brescia, Enrico Rigosa entra a far parte dell'Operazione Mato Grosso nel 1980.
Marito di Elena e papà di Chiara, Maria e Giulia, nel 1990 parte come volontario per il Perù, con la moglie e la piccola Chiara. Destinazione, la missione di San Luis sulle Ande, a 3.100 metri. Là nasceranno poi Maria e Giulia. Enrico si dedica soprattutto ai giovani, promuovendo l'istruzione e l'educazione, oltre a un laboratorio di arte per i ragazzi della parrocchia. Dal 1999 vive tre giorni per settimana l’opera di misericordia nelle carceri del Paese.
Con l'ammontare del Premio Cuore Amico Enrico vorrebbe proseguire l’opera di misericordia verso i carcerati, iniziata nel 1999 in risposta al martirio del volontario Giulio Rocca e dell'allora parroco padre Daniele Badiali.
«Ho sentito l'urgenza di rispondere al male con il bene, come ci chiede di fare Gesù», spiega. «Così ho cominciato a visitare le carceri del Paese cercando di rivolgere, con l’aiuto della preghiera, l’attenzione ai bisogni delle singole persone».
In particolare Enrico vorrebbe sostenere i laboratori di arte, di pasticceria, di produzione di scarpe, aiutando nel contempo anche le donne incinte, i bambini, gli anziani dietro le sbarre e i loro familiari.
I missionari premiati 2016
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[Idp 105685 del 1 marzo 2024]
Curare le ferite del corpo e del cuore
A Marcarà, nel cuore della Cordillera de los Andes, due volontarie di Operazione Mato Grosso (Omg) si prendono cura di campesinos anziani, ammalati, famiglie numerose e disabili. Un’opera di carità a cui possiamo contribuire anche noi.
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